Lirieke:
Gufi I Il Cabaret Dei Gufi

il pie jukkelli jukkella su buttiamo un po' in la. Rotule tibie peroni coste colonne bacini piedi avambracci e bottoni vedevo in fretta spuntar raccolsi presto i

tre mesi da mia nonna adesso hanno una targa con i numeri ed una ?L? io stesso faccio calcoli tutti i giorni alla ?I.B.M.?. Che bello quando giravo per i

i viali sono bui e se il custode vi sorprendera stai pur tranquillo, e comprensivo e sorridendo se ne andra. Al cimiter e bello andar ma il plaid di

mammina, sei senza pieta se mi abbandoni di me che sara sono tuo figlio, da te nacqui un di non si abbandonano i figli cosi.? Passo il tempo e grandicello il

un contratto picchiavan per il clero. Piu avanti nel seicento mollavan sganassoni pero eran tutti bravi lo dice anche il Manzoni. Nell'ottocento invece con il

poco conosciute sulle mutande ci scrivu caselinghe Tuttu il giornu in piedi come li cummesse fari da mangiare e pulisci i cesse tuttu il giornu

respiro perche poi sul carro funebre ti portero a fare un giro. I funerali saranno di prima classe ed i pennacchi avrai I tuoi parenti ridendo il cordone

Un cow-boy con due occhi d'acciaio con due pistole qui due gambe diritte e nervose Mc Coy due peluzzi qui. Oh-oh. Aveva otto bai, trenta selle colpiva

e guadagno lo stesso ma una voglia ogni tanto mi assal. Vorrei tanto suicidarmi ad un albero impiccarmi di stricnina rimpizzarmi la carotide tagliarmi o dal ciel precipitarmi. Vorrei tanto suicidarmi dentro il