(G. Santucci ? M. Gazze) Di questi lacerti antropici Sgretolati irreparabili Di queste scaglie non piu corporee Arricciate come coriandoli Stracciati
oggi sono stanco dormo ancora nel pomeriggio il sonno mi giova lentamente giungono i segnali dell'immensita settembre riposa ho giocato a vivere
Diseguali voglie i nostri due corpi stanno vicini e distanti: marito e moglie; perche non me lo hai mai detto che ti andavo un po? stretto? Questo sembrava
Non era vera, era un immagine, una chimera non vedo quando, non vedo come, e stato lo scherzo della ragione, con la coda dell' occhio, ho visto male
Sotto i baffi del quartiere popolare l'astronave ha un sorriso di panni ancora stesi s'intrattiene sulla collina prima del decollo accensione motori
Zucchero filato attorno a stecchi di bambu assapora l'assenzio della vendetta. tagliuzzato e ridotto a dolciume a brandelli, nessuno e accorso per salvare
Pensare mi rende pazzo e l'essere pazzo mi fa pensare, mi fa pensare che per pensare bisogna essere pazzi. Quando penso, sono prigioniero di me stesso
(G. Santucci ? M. Gazze) Quindi superata l'ossessione Della solitudine e della devozione Emerge il fabbisogno esponenziale Di incrementi demografici
Cos'e l'immensita? un vuoto che non ha niente di simile al profondo dei tuoi occhi che dopo la realta e un ombra tiepida mentre dal fondo il cuore
prenditi questa borsa mendicante tu accorto non l'hai toccata antico lattante a poppa avara per trarne goccia a goccia il tuo rintocco a morto cava
Seduce te assorbendo in stile molle e fermento un lento progredire dirottato verso l'abnorme verso quel che e male smisurato che per il peso barcolli
Uoooohh uoooohhh.... Chiamate il numero verde in sovrimpressione, poi vi regaliamo perle e gioielli per il solo milione non ve ne andate restate incollati
Non tu schiuma dialettica foschia inferiore m'adorni l'inconscio e lo scavi io miglioro nel tempo Tu resti allibita in seno al mutamento come se
La tua favola e un'incantesimo non finisce mai... La racconto a chi non la conosce ancora, corri libera per le praterie col tuo principe. Vivi nel castello
L'inverno cigola come un carrello della spesa a zonzo tra il pesante di noi corpi e le anime incastonate dentro cattedrali e panettoni non torneremo
Io con il naso aggiunto male agli occhi ho fatto passi da gigante ma gli anni della rincorsa sono storti come impigliati ai chiodi della strada Il
Luna girava era in cerca di se stessa vestita a buccia d'arancio, passeggiava tra le luci spente di comete Ora si sentiva persa E vide Plutone sospeso
Sento il mondo respirare in questa sera di vendemmie di parole sussurrate delle nostre mani gia sfiorate la vita puo trovare un senso anche sfiorando