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Lirieke: Roberto Vecchioni. Storia E Leggenda Del Lanciatore.

Mio nonno li lanciava sempre spalle al bersaglio,
senza voltarsi mai, senza il minimo sbaglio:
e io stavo a guardarlo innamorato perso sulla riva del fiume,
seguendo i suoi coltelli volare leggeri come piume...
E mio padre m'insegno a lanciarli ad occhi chiusi,
perche si mira con il cuore,
perche un vero lanciatore di coltelli ricama la vita,
non tira mica per colpire;
e mio padre m'insegno che i venti cambiano sempre
e ti imbrogliano le dita e non c'e memoria dei tiri precedenti
perche ogni volta e una scommessa infinita.
E volavano su nel cielo lungo invisibili fili d'oro
i coltelli di mio padre e di mio nonno,
ogni tiro era un capolavoro,
ogni lama prendeva una stella,
ogni stella si sparpagliava nel cielo,
e potevi finalmente vederla la vita vederla, vederla davvero...

E cosi imparai a lanciarli senza essere bravo,
forse per imitarli, o forse perche amavo...
E volavano su nel cielo lungo invisibili fili d'oro:
ma questi erano i "miei" coltelli e lo vedevo che assomigliavo a loro;
e ogni volta ero senza fiato, e ogni volta mi guardavo la mano,
"ma come ho fatto? Ma com'e che e stato?
Com'e che vanno cosi lontano?"

E volavano su nel cielo come ricordi, come paure,
queste piccole cose di uomo che sono ritorni, che sono avventure
e anch'io ogni tanto prendevo una stella,
e illuminavo uno sputo di cielo e potevo finalmente
vederla la vita vederla, vederla davvero!

All'alba raccoglievo i coltelli di mio padre e di mio nonno;
e loro non mi dissero mai che viaggiavano dentro un sogno;
che finito il momento magico del suo coltello in volo,
il lanciatore e solo.